La storia della ???generazione perduta di talenti??? ?? davvero cos?? come la raccontano? Ma soprattutto, ?? un problema soltanto italiano, come talvolta sembrano suggerire gli articoli dedicati al tema? Quali sono i suoi impatti e riusciamo veramente a quantificarli in termini economici e sociali? Guardando i dati si scopre che le cose non sono semplici come vengono raccontate e che, per certi versi, l???Italia ?? meno investita dal fenomeno di quanto lo siano gli altri grandi paesi europei, ovvero Francia e Germania. Ci sono tuttavia delle evidenze preoccupanti, come l???accelerazione dell???emigrazione registrata negli ultimi dieci anni e la scarsit?? di laureati prodotti dal nostro sistema educativo. Inoltre, in Italia arrivano pochi stranieri. La fuga di talenti porta perdita di competenze, di capacit?? di creazione di impresa, di innovazione, di capacit?? produttiva. Inoltre, chi ha un atteggiamento ostile verso queste partenze accusa gli expat di aver ???sprecato??? le spese pubbliche per la loro istruzione e di privare le casse statali di preziose fonti di gettito fiscale. Gli effetti negativi dell???emigrazione qualificata sono particolarmente evidenti quando, come nel caso dell???Italia, tende a essere una fuga unidirezionale senza essere compensata da talenti esteri in entrata. Insomma, la circolazione dei talenti non ?? di per s?? un problema, ma la cronica fuga dei cervelli italiani ?? un sintomo, e non la causa, del declino del nostro paese. Come lo ?? la scarsa attrattiva che esercitiamo sui talenti stranieri. Un paese o un governo che si voglia occupare di tenersi stretti i talenti deve pensare a come svilupparli, farli crescere e dar loro opportunit??, anche attirandoli da altrove.
Giulia Pastorella, Corrado Del B??