Un'ulteriore tappa nel cammino poetico di Miguel Ángel Cuevas, poeta nelle sue due lingue (il castigliano e l'italiano). E la cui poesia <<... è fare memoria, abitare il paradosso e il miracolo della clessidra che, nel suo consumarsi, si ricompone: una mistica segreta è compagna al divenire di questi frammenti, qualcosa che illumina nel suo disfarsi: fiume che si fa greto, candela che si raccolga in cera: verticalità e consunzione, tensione verso il dio che non esiste destinata ad aggrumarsi nell’arabesco, a percorrere i labirinti orizzontali del nostro tempo e del vivere>>. (così Enzo Cannizzo nella Prefazione a "Traccia (Traza)".
Miguel Ángel Cuevas (Alicante, Spagna, 1958) è ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Siviglia. Studioso e traduttore di Pirandello, Tozzi, Luzi, Pasolini, Consolo, candurra, Maria Attanasio, ha curato altresì edizioni italiane di J. Á. Valente. In poesia ha pubblicato Celebración de la memoria, 1987 (seconda forma, Memoria, 2013); Manto, 1990; Incendio y término, 2000; Silbo, 2001; in Italia, sempre in autotraduzione, l’antologia 47 Frammenti (Altavoz, Caltagirone 2005), Scrivere l’incàvo – Studio per Jorge Oteiza (Il Girasole, Valverde 2011), Modus deridendi (Sphaerae, Avola 2014), Sibilo (La Camera Verde, Roma 2015),Pietra – e cruda (La camera Verde, Roma 2015), l’antologia Ultima Fragmenta (Algra, Catania 2017), Postuma (Le Farfalle, Valverde, 2021; finalista al premio Lorenzo Montano), Seconda forma di Manto (Le Farfalle, Valverde, 2024). Nel 2024 è apparso in Francia un Triptyque (Éliott éditions, Paris) che raccoglie in edizione trilingue castigliano-italiano-francese (traduzione a cura di Michèle Gendreau-Massaloux e Marc Cheymol) i frammenti di Scrivere l’incàvo, Pietra – e cruda e Postuma.
Miguel Ángel Cuevas, Enzo Cannizzo, Giovanni Miraglia.