DESCRIZIONE
Uno spettacolo provocatorio che inneggia alla libertà della leggerezza del pensiero.
"Ho deciso di scrivere un racconto sui libri perché mi accompagnano da sempre, regalandomi improvvise gioie, inaspettati tremori e vertigini di follia. I libri sono stati sempre accanto a me, sul comodino, in treno, sotto il sole, in campagna, sul divano, in volo, nel deserto, ovunque e sempre. È un racconto lungo tanti anni, fatto di amore e di odio, di complicità e di solitudine. I libri sono stati i miei migliori insegnanti, ma anche i miei strizzacervelli e le mie scuse per non uscire la sera.
Di tutto quello che ho letto non ricordo quasi nulla, fa strano pensarci, ma è inevitabile. Non si può conservare ogni trama, ogni personaggio, ogni intreccio narrativo. Si conserva la memoria di un paesaggio emotivo, il ricordo di una sensazione. Sensazioni che sono diventate nel tempo emozioni e che hanno formato il mio modo di pensare.
È venuto il momento di una resa dei conti con quell’oggetto del pensiero, con quei fogli stampati della stessa misura e cuciti insieme che nessun social, nessuna serie tv e nessuna intelligenza artificiale può eguagliare. Un oggetto del pensiero e dell’anima di cui non potevo non tracciare i limiti, le critiche e i paradossi. Prendendomi in giro e scherzando sui miei amori e disamori letterari. Sulle ore spese a non capirci nulla e sulle frasi ad effetto che mi sono servite per sembrare intelligente.
Ho scritto una storia personale - le vicende di un uomo in lotta con lo stress derivante dall’abuso di libri - per farne una storia semiseria che riguarda tutti."