Il primo medico a scrivere un articolo sull’importanza della prescrizione di letture per i pazienti degli ospedali psichiatrici fu John Minson Galt II, nel 1846. Lo psichiatra, sopraintendente allo Eastern Lunatic Asylum di Williamsburg, in Virginia, divenne noto in seguito con lo scritto del 1856 intitolato “Sulla lettura, distrazione e divertimento per i folli”. Nell’articolo Galt elencava cinque ragioni per cui la lettura andrebbe abbinata al trattamento terapeutico tipico degli ospedali psichiatrici: essa tiene occupata la mente dei pazienti allontanandoli almeno per un poco dai loro pensieri ricorrenti, aiuta a far scorrere il tempo monotono della loro vita solitaria, può insegnare loro qualcosa, anche di semplice, permette al personale medico di mostrare gentilezza prestando i libri ai pazienti e li rende maggiormente gestibili.
L’ospedale gestito da Galt, aperto nel 1773, fu il primo adibito esclusivamente al trattamento dei disturbi psichici e Galt stesso ebbe il merito di iniziare la standardizzazione delle biblioteche degli ospedali psichiatrici delineando i criteri per la scelta dei testi, le dinamiche di prestito verso i pazienti e le logiche di funzionamento della sala di lettura, che viene descritta in questo modo: “un luogo piacevole, confortevole, fornito di libri, giornali, stampe, lavori illustrati, carte geografiche, mappamondi etc. e che non dovrebbe mancare di “giocattoli filosofici” come il prisma, il microscopio e il caleidoscopio”. (fonte Rachele Bindi – psicoterapeuta)