DESCRIZIONE
C'è un uomo che in sella alla sua Bianchi Venezia percorre i luoghi che abita e che ha abitato. Un mezzo, la bici, che gli consente di modulare l'andatura, snodarsi fra rivoli di ricordi. I vissuti irrompono senza preavviso, le cose emergono senza chiedere il permesso. I luoghi tramutano in ricordo e la memoria si espande a raggiera, divenendo il sense of place del poeta.
Nel corso degli anni Osvaldo Piliego ha collaborato con varie testate e siti nazionali, tra cui Rockerilla. Nel 2010 ha lavorato con Giancarlo Susanna alla realizzazione della biografia di Fred Buscaglione “Nientepopodimenoche Fred” (Arcana). Ha pubblicato i romanzi “Fino alla fine del giorno” nel 2011 e “La città verticale” nel 2015, entrambi per Lupo Editore, la raccolta di poesie “Justalovesong” per Fondo Verri (2016). Negli anni ha pubblicato racconti su varie raccolte. Nel 2019 pubblica il suo terzo romanzo “Se tu fossi una brava ragazza” per Manni editori e scrive i testi per lo spettacolo “Io che amo solo te, le voci di Genova” di Serena Spedicato. Nel 2023 esce per Edizioni Ergot la sua raccolta di racconti “Questo è tutto di qui - Bestiario salentino” illustrato da trentuno artisti.
La parola di Stefania Zecca è come una lama, chiarisce Simona Cleopazzo, co-curatrice di “Prose minime”, nella prefazione: “ci trafigge e ci fa sentire la vita più in profondità, richiede tempo, rifiuta i miti del momento, si fa ramo e diventa lingua che consente di confrontarsi con la realtà che si vuole testimoniare. Non scarta nulla, nemmeno quello che disturba e fa male come la devota religione dell’atto di rimettere in circolo il cibo già digerito. Fa male. Lo sa”.
Scrive Sabino De Bari nella nota che correda il testo: “Disarmo è quella cosa che accade in qualche spazio imprecisato del cuore, della coscienza, della mente, quando un’anima si rivela a noi con una sincerità così pura e feroce, impregnata di implacabile poesia, che non puoi far altro che dichiararle resa e alleanza. La sua scrittura è un’àncora, che solleva sabbia da un fondale di esperienze. I suoi frammenti, come l’esistenza, seguono rotte di derive e di approdi e il dolore è un dato di fatto, del tutto privo di autocompiacimenti, osservato e mostrato, è un sentiero adiacente a quello della speranza. Il dolore, nella scrittura di Stefania, è il braccio destro della poesia”.
Stefania Zecca, nata nel 1978 a Lecce dove vive, è giornalista, scrittrice e poeta. Dal 2022 cura la collana di poesia “Prose minime” e l’Ufficio Stampa di Collettiva edizioni indipendenti.
Gli autori dialogheranno con Alberto Giammarruco.