DESCRIZIONE
In un contesto storico sociale in cui le migrazioni, esito di processi politici e culturali non solo recenti, interessano fortemente ormai anche il nostro Paese, il concetto di identit?? nella sua tradizionale accezione monolitica e univoca, va messo in discussione. Analogamente la lingua, lungi dall'essere "qualcosa di stabile e definitivo, dato una volta per tutte", sembra diramarsi in una molteplicit?? di direzioni, divenendo "luogo di contatto e interferenza continui (...) tendenzialmente fluido e potenzialmente conflittuale".* Ne ?? prova evidente lo sviluppo, nei decenni pi?? recenti, di una letteratura cosiddetta italofona, di fatto a pieno titolo parte integrante della letteratura italiana contemporanea tout-court, espressione della cultura migrante, di prima e seconda generazione, nella quale coesistono la lingua madre delle origini, e l'italiano della vita quotidiana, e le relative culture.
Nel romanzo "Oltre babilonia" di Igiaba Sciego le protagoniste, due madri e due figlie, le cui radici spaziano tra Italia, Argentina e Somalia, incrociano i rispettivi destini in un viaggio in Tunisia finalizzato all'apprendimento della lingua araba. Lingua nobile delle origini, l'arabo diventa soprattutto un luogo della mente in cui cercare la propria identit??.
In un processo paradossalmente inverso, Jumpha Lahiri, autrice affermata in ambito anglofono, sembra risolvere il conflitto tra le radici indiane e la cultura anglo-americana rifugiandosi nella lingua italiana, in una dichiarata e consapevole fuga alla ricerca di se stessa in una lingua altra, "in altre parole", come recita il titolo dell'opera dedicata al suo legame con l'italiano e alla decisione di utilizzarlo come lingua letteraria.
La lettura di brani tratti dai testi citati sar?? occasione di riflessione e dibattito, oltre che invito alla lettura e alla conoscenza di un panorama letterario considerato lontano da ogni canone di sorta.